Luoghi indimenticabili


La Val Visdende
Tra le più conosciute valli alpine, famosa per i suoi maestosi boschi di abeti rossi e per la sua particolare integrità naturale.
La Val Visdende si trova tra Santo Stefano di Cadore e Sappada, in un’area racchiusa da una stretta gola da cui è possibile vedere perfettamente lo straordinario monte Peralba e raggiungere, tramite sentieri e mulattiere, il confine con l’Austria, dove sono presenti alcune casermette costruite nel periodo fascista, come base per il controllo del confine di Stato.
Il paesaggio della valle, poiché essa è sempre stata preservata dai flussi turistici di massa, è autentico e naturalmente integro, dominato da alberi secolari tra i quali spiccano gli abeti di risonanza e si nasconde la famosissima Regina della Val Comuna, il più antico albero della sua specie in tutta la regione. Oltre alla natura potrai ammirare le caratteristiche borgate, tra cui le maggiori sono Cima Canale, Prà della Fratta, Prà Marino, Costa Zucco e Costa d’Antola.
La Val Visdende è il luogo perfetto per compiere tranquille escursioni in famiglia insaporite da un pasto tipico in una malga: l’assetto pianeggiante dei percorsi a fondovalle li rende perfetti per tutti! Di questi, non perderti l’itinerario ad anello che parte da Cima Canale, il giro delle malghe percorribile sia a piedi che in MTB, gli Altari della Val Visdende e il sentiero didattico degli Alberi monumentali.
Nel 2018, la Val Visdende è stata purtroppo il palcoscenico dalla Tempesta Vaia che ha distrutto circa un quarto di tutto il patrimonio boschivo, ovvero 150.000 metri cubi di legno pregiato. Grazie al duro lavoro e alla grande passione di un’associazione locale, è nato il progetto “Casa Armonica”, per il recupero e valorizzazione del bosco, ed è stato installato il Palco Vaia che ogni estate ospita concerti, spettacoli ed eventi in armonia con la natura.

La Valgrande
Una zona perfetta se ami il foliage in autunno, se ti appassiona la fotografia di panorami variopinti in primavera o se pratichi sci di fondo in inverno.
A Padola, nel Comune di Comelico Superiore, si trova la Valgrande che fa parte del Parco Naturale delle Dolomiti, riconosciuto dal 2009 Patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO. È caratterizzata da una grande biodiversità che spazia dalla presenza di faggi, larici e abeti, e dalla presenza di acque termali naturali con alta quantità di zolfo chiamate “acque solforose”. La valle offre numerose escursioni per te e la tua famiglia a fondovalle ed è punto di partenza, con il suo Rifugio Lunelli, di molteplici trekking in alta montagna. E se sei appassionato di mountainbike, ti aspettano qui moltissime opportunità di percorsi!

Il Gruppo del Popèra
Montagne amate dagli alpinisti per la loro maestosa bellezza geologica e tristemente famose per essere state teatro delle battaglie della Grande Guerra.
Il Gruppo del Popèra, all’apparenza complesso, è costituito da una lunga dorsale di circa 10 km che si sviluppa da Nord-ovest (Val di Sesto e Val Fiscalina) – dove si trova la parte più elevata del gruppo (Cima Undici, Croda Rossa, Monte Popera) – fino a sud-est nei pressi del comune di Comelico Superiore. Se sei un amante dei sentieri attrezzati potrai trovare qui l’Alta via n. 5, detta del Tiziano, che attraversa tutto il Gruppo, e la celebre Strada degli Alpini.
Durante il primo conflitto mondiale il settore settentrionale del Gruppo del Popera è stato il terreno di aspri combattimenti: gli italiani tenevano la sommità della Cima Undici e gli austriaci quella della Croda Rossa. Fra le due cime sorelle, divenute nemiche, si trova lo stretto varco del Passo della Sentinella, rimasto noto per le azioni che hanno portato gli italiani a conquistarlo nella primavera del 1916. Intorno a queste due cime potrai osservare tutt’oggi i resti delle postazioni logistiche organizzate durante due lunghissimi inverni da italiani ed austriaci, ripercorribili grazie a percorsi escursionistici esperti e richiedenti adeguate attrezzature.
I rifugi del gruppo, che potrai utilizzare come punti di appoggio per numerose escursioni con diversi livelli di difficoltà, sono il Rifugio Berti e il Rifugio Lunelli-Selvapiana. Gli altri rifugi della zona sono i Rifugi ai Prati della Croda Rossa, il Rifugio Zsigmondy – Comici, il Rifugio Carducci.

Alta Val Padola e Val Digon
Ovvero Passo Montecroce, i Longerin, Cresta della Spina, Col Quartenà, Monte Zovo
Per alcune delle più belle viste panoramiche del Comelico proprio vicino al confine con l’Austria.
L’Alta Val Padola e la Val Digon traggono entrambe origine sotto il Passo Silvella (2329 m), dove si trovano, nei contrapposti versanti, le sorgenti dei torrenti che le hanno modellate. Le due valli si riuniscono sotto Candide, separate fra loro dalla Costa della Spina; a Nord si trova invece la cresta di confine con l’Austria.
In quest’area potrai ammirare un ambiente molto vario: dai boschi e i torrenti ai costoni, forcelle, valloni e creste rocciose. Ti innamorerai senza dubbio del panorama, quasi sempre a giro d’orizzonte, con una vista mozzafiato sulle vette di origine vulcanica alle quali si contrappongono le chiare rocce calcaree, sulle verdi vallate austriache e, in lontananza, sui grandi ghiacciai delle Alpi austriache.
Se sei appassionato dei percorsi della Grande Guerra, in queste montagne potrai imbatterti nelle molte tracce ancora evidenti dei campi di battaglia, seguendo itinerari attuali che ricalcano percorsi tracciati proprio dai combattenti.
Potrai inoltre camminare, quasi senza accorgertene, oltre la linea di confine seguendo la naturale prosecuzione dei sentieri comelicensi e fermarti nei rifugi austriaci. I rifugi e malghe sono molti nell’area, che collegano le numerose escursioni con diversi livelli di difficoltà: la malga Coltrondo, il Rifugio e la Malga Rifreddo, il Rifugio Forcella Zovo e il Rifugio De Doo in Comelico; il rifugio Alpe di Nemes, l’Obstansersee-Hutte, il Filmoor-Standschutzen-Hutte.

Le Tre Terze
Dove la durezza del paesaggio si fonde con la flora rigogliosa e si osserva un panorama straordinario su tutta la Val Comelico.
Le tre terze sono le montagne che fanno da corona a Santo Stefano di Cadore chiamate Terza Piccola, Terza Media e Terza Grande. Appartengono al gruppo denominato Terze-Clap-Siera che arriva fino a Sappada. Queste cime sono il luogo ideale se vuoi rimanere incantato da una vista panoramica su tutto il Comelico, con il suo paesaggio naturale colorato dai borghi cittadini.
Con un itinerario ad anello molto lungo e impegnativo potrai percorrere il giro delle Tre Terze: ti consigliamo questo percorso solo se sei esperto della montagna e adeguatamente allenato, fermandoti al Bivacco Franco Marta e completandolo in due giorni. Alternativamente ti consigliamo le escursioni singole della Terza Piccola, della Terza Media e della Terza Grande ugualmente caratterizzati da una flora rigogliosa, grazie ai benefici dovuti alla posizione geografica e al microclima locale, e dalla durezza del paesaggio.

Le Torbiere di Danta
Uno dei più importanti siti naturalistici di tutto il Veneto per la sua straordinaria biodiversità e per la presenza di specie floristiche e faunistiche protette e rare. Al suo interno un interessante percorso didattico per adulti e bambini!
Tra le meraviglie naturali della Val Comelico si annoverano le Torbiere di Danta di Cadore, aree dall’aspetto pianeggiante e paludoso considerate in passato inadatte per le attività agricole e inospitali per i turisti. Queste zone conservano in realtà un patrimonio naturale unico sia dal punto di vista della vegetazione che della popolazione animale. La caratteristica presenza dell’acqua semi-stagna ha infatti creato un ambiente favorevole alla proliferazione e alla sopravvivenza di specie naturali altrove ormai estinte.
Con una semplice passeggiata potrai percorrere il sentiero didattico che ti permetterà di scoprire tutte le specie delle torbiere. All’inizio del percorso, nella torbiera Soligena, potrai incontrare salici e canneti in espansione. Successivamente entrerai nel bosco di abete bianco e rosso dove potrai osservare esemplari di pino silvestre e ginepro e ammirare gli “sfagni”, muschi che si sviluppano grazie all’acidità elevata del terreno. Inseriti in questo caratteristico panorama vedrai anche fiori colorati e bacche rosse non commestibili. Se cerchi con attenzione potrai inoltre individuare la “drosera”, una tipica pianta carnivora.
Non solo la flora, ma anche la fauna ti lascerà stupito: all’interno dei boschi, nei covatoi per la nidificazione, numerose specie di caratteristici uccelli completano la biodiversità dell’ambiente. Se non fai troppo rumore, potrai avere la fortuna di conoscere i caprioli del luogo.
Per avere più informazioni su durata, tragitto, e specifiche del percorso clicca qui e guarda il percorso Torbiere di Danta

Il Giardino alpino di Candide
Un giardino botanico a gradoni che conserva moltissime specie floreali rare. L’ideale per una passeggiata tra colori e profumi con la tua famiglia. Ingresso Gratuito!
Nel centro di Candide potrai trovare il Giardino Alpino dei fiori di montagna costruito a monte della piazzetta del paese e articolato in un percorso a gradoni e passerelle in legno. Al suo interno sono coltivate ed esposte centinaia di specie floreali, di cui alcune molto rare, tra le quali spiccano i famosi esemplari di salvia dei prati, di “regina delle alpi” e di giglio di San Giovanni.
Puoi visitare gratuitamente il Giardino in qualsiasi momento per passare una giornata in famiglia istruttiva e divertente, ma la primavera e l’estate sono il momento migliore per vivere tutta l’esperienza di una passeggiata immersiva tra profumi e colori.

Gli altari della Val Visdende
Scenografiche rocce con la forma di altare sovrastano il Giro n.2 della Val Visdende suscitando curiosità e ipotesi fantasiose nei viaggiatori. Cercali tutti!
Nell’incontaminata Val Visdende sorgono i famosi “Altari”, delle protuberanze rocciose imponenti modellate dalla presenza di grotte e archi naturali. Per raggiungerli puoi seguire il giro n.2 sulla mappa della Val Visdende e, con un itinerario semplice (che diventa escursionistico solo nell’ultimo tratto), in un’ora e mezza potrai vederli tutti ai lati del sentiero. Sarai incuriosito dalla presenza scenica e dalle fattezze di queste rocce naturali, così particolari da sembrare realizzate dalla mano umana, e non sarai l’unico! Da moltissimo tempo gli Altari della Val Visdende suscitano l’interesse dei più curiosi; il nome sembra derivare appunto dalla loro forma che ricorda quella di antichi altari.

La pera d'la borcia (il sasso della borcia)
Un monolite dalla forma sospetta si cela nel bosco d’la borcia. La sua origine e la sua funzione rimangono uno dei più grandi misteri della Val Comelico.
Se percorri la strada statale che da Padola porta al Passo S. Antonio incontrerai il bosco “d’la borcia” al cui interno troverai la cosiddetta “pera d’la borcia”, una pietra monolitica di 3 metri di lunghezza posta in posizione sdraiata. Il monolite è di 70×70 cm e si presenta in parte squadrato e in parte sgrezzato. Sulla sua superficie superiore sono presenti 5 fori a forma di coppa, della stessa esatta grandezza ed equidistanti tra loro. La perfezione e la geometria dell’oggetto fanno pensare ad un’opera realizzata dalla mano dell’uomo ma, nonostante l’interesse da parte di studiosi e ricercatori nei confronti del manufatto, che negli anni hanno tentato di capire quale fosse la sua funzione, la pera rimane tutt’oggi noto come l’enigma della valle. E tu, che interpretazione le daresti?

Il cavallino scolpito nella roccia
Sopra una delle montagne più belle del Comelico, un cavallino misteriosamente scolpito nella roccia si fonde con una natura incontaminata e selvaggia. Hai già indovinato di che monte si tratta?
Non lontano dalla cima del Monte Cavallino troneggia un cavallino scolpito nella roccia intorno al 1770, il cui scultore rimane tutt’oggi ignoto. Nonostante sia una realizzazione umana, la scultura riesce a fondersi sapientemente con il paesaggio del monte Cavallino, caratterizzato da una presenza naturale particolarmente forte e dinamica.
Con un percorso escursionistico dal forte carattere geologico potrai raggiungere il masso di marmo bianco che conserva la preziosa scultura; nell’itinerario potrai inoltre osservare la bellissima successione dei diversi panorami rocciosi e naturali e raggiungere la vetta del monte dominato dalla Croce Europa, simbolo di unione tra popoli e culture. Diverse interpretazioni sono state avanzate sull’origine del cavallino scolpito; la più interessante sembra essere quella che vede come suo autore lo scultore dell’altare maggiore (fino al 1953) della Chiesa di Santa Maria Assunta a Candide, realizzato appunto in marmo del Monte Cavallino.
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