Sentieri ed escursioni

Escursioni naturalistiche e culturali

La natura della Val Comelico è incontaminata e selvaggia e crea scenari caratteristici che raccontano di un’epoca in cui era l’uomo a seguire la natura e non viceversa.

Grazie a questi percorsi esplorativi potrai quindi scoprire il fascino romantico di un panorama molto spesso inalterato e il paesaggio naturale della vera montagna.

Ma non solo: oltre ad uno scenario montano che sembra provenire da una dimensione passata e mitologica, potrai vivere anche il piacere di una cultura autentica, fatta di valori e di abitudini ormai dimenticate. “Nel mondo che vorrei…” ci sei già.

Non ti resta che scoprirlo e tutelarlo.

Scegli il tuo percorso

Vivi un viaggio nel tempo e nella natura ripercorrendo i passi quotidiani degli antichi abitanti della Valle e raggiungi un punto panoramico straordinario.

Questo percorso dal carattere naturalistico e storico ripercorre l’antica strada di collegamento tra i paesi del Comelico e il Cadore, attraversando boschi di conifere, fienili e barchi.

A pochi passi dai centri abitati di S.Stefano e Danta potrai viaggiare quindi nella storia man mano che ti immergi nella bellezza della natura.

Su questo itinerario troverai inoltre, a quote superiori, la chiesetta di S. Barbara che, svettante su un panorama ampissimo, ti permetterà di assaporare tutta la magnificenza della vista sulla vallata. 

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata 3 ore
Dislivello 571 m
Punto di partenza S. Stefano nei pressi della caserma dei vigili del fuoco

Scegli un itinerario all’insegna della varietà degli scenari naturali, dove rimanere stupito dall’alternanza del panorama e della difficoltà.

In questa escursione costeggerai le principali vette delle Dolomiti, maestose ed imponenti, incontrando ed alternando comode sterrate, salti rocciosi e cenge attrezzate. Preparati!

Highlights del percorso

Difficoltà EE (Difficile)
Durata
3 ore 40 min
Dislivello
666 m
Punto di ristoro Rifugio Lunelli e Rifugio Berti
Punto di partenza
Rifugio Lunelli

Scopri di più sul percorso

Vie che hanno generato racconti popolati di figure fantastiche aspettano solo di essere percorse.

Luci ed ombre si rincorrono sullo sfondo naturale di questo itinerario, in cui il paesaggio è così sorprendente che ti lascerà attonito, con la stessa incredulità nei confronti della forza della natura che possedevano gli antichi abitanti della valle che su di essa inventavano storie magiche ricche di figure mitologiche. Sullo sfondo di questo scenario suggestivo, ripercorrerai le storiche vie di collegamento tra le frazioni di S. Stefano, contornate da praterie e boschi di conifere e attraverserai i vicoli paesani ricchi di storia e di vita.

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
3 ore
Dislivello
393 m
Punto di partenza
Piazza Roma S. Stefano di Cadore

Guarda il percorso sulla mappa

Percorso adatto a tutta la famiglia che in un’ora e mezza di cammino ti condurrà sulla cima, ammaliato da uno straordinario panorama.

Breve ma piacevole passeggiata  che permette di raggiungere la cima del Monte Spina, dove potrai godere di una visione senza paragoni delle Dolomiti del Popera e della Val Digon circondata dalla creste di confine con l’Austria. Ci sono molte biforcazioni, segui il segnavia 148 mantenendoti sempre sul costone che stai risalendo.

Highlights del percorso:

Difficoltà T (Facile)
Durata
1 ora 30 min
Dislivello
400 m
Punto di partenza
Casamazzagno, loc. Le Federe

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Se sei alla ricerca di una vista panoramica da togliere il fiato, non ti resta che raggiungere la cima del monte Zovo.

Si tratta di un percorso semplice, adatto agli escursionisti, che attraverso sentieri immersi nel bosco tra Costalissoio e Costa, ti permetterà di raggiungere un punto panoramico a 360 gradi sulla cima del monte. Proprio dal centro della valle, riuscirai ad ammirare tutti i paesi del Comelico.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore 30 min
Dislivello
400 m
Punto di ristoro Rifugio De Doo
Punto di partenza
Costa, Strada per Monte Zovo

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Un percorso dall’arte alla natura, ma sempre con il dominio indiscusso del legno della Val Comelico. Fallo con la tua famiglia!

In questo itinerario semplice e molto affascinante, potrai percorrere le vie di Costalta, paese reso eccezionale dalle sculture in legno degli artisti locali che coronano e abbelliscono il cammino. Terminata una prima parte nel centro abitato, ti immergerai nei pascoli e nei boschi attraverso una fitta rete di sentieri, resi indimenticabili dai grandi abeti che troneggiano sulla valle.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore
Dislivello
145 m
Punto di partenza
Piazza Casanova

Guarda il percorso sulla mappa

Camminando nel centro della Valle di origine glaciale, sentirai la forza della natura e proverai l’emozione di respirare il silenzio.

La Val Visdende custodisce questo itinerario circolare di grande fascino che ti permetterà di immergerti nei boschi secolari, di osservare gli antichi borghi dove il tempo sembra essersi fermato e di riscoprire la bellezza e la magia della natura incontaminata.

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
3 ore
Dislivello
547 m
Punti di ristoro ristorante “Da Plenta”, agriturismo “Pra Marino”, agriturismo “Pra della Fratta”, albergo “Miravalle”, albergo “Gasperina”.
Punto di partenza
Cima Canale Val Visdende

Guarda il percorso sulla mappa

Selvaggio e all’apparenza inospitale, ma ricco di bellezze e di percorsi da scoprire.

Il monte Col il Belvedere è coperto da una verde e fitta foresta di abeti, e si innalza con la sua forma tondeggiante sopra Santo Stefano di Cadore. Sulla sua superficie, selvaggia come tutto il gruppo dei Brentoni a cui appartiene, si nascondono però numerosi luoghi panoramici e dal fascino naturalistico: non ti resta che raggiungerli scalando la vetta!

Highlights del percorso:

Difficoltà EE (Difficile)
Durata
5 ore 30 min
Dislivello
1170 m
Punto di ristoro Nessuno
Punto di partenza
Santo Stefano di Cadore

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Escursioni Geologiche

La Val Comelico conserva nelle sue montagne le rocce più antiche di tutta la catena alpina, che contano 500 milioni di anni. In quell’epoca avveniva una delle più grandi esplosioni della storia che, però, non toccava la terre emerse, ma solo il mare. Tutti i sedimenti derivanti da questa esplosione si sono trasformati con il tempo in arenarie, stiliti, argilliti che si sono depositate negli ambienti più profondi dello spettro marino.

Tali rocce sono state poi partecipi dello scontro tra due antichi continenti che, nel collidere, hanno creato una catena montuosa chiamata “Erinica”, circa 300 milioni di anni fa. Una serie di, per così dire, eventi traumatici, che hanno portato queste rocce a mutare e a ricristallizzarsi in forme diverse, con aspetto lamellare: le rocce metamorfiche.

Al loro interno possiamo trovare anche dei porfidi e dei graniti derivanti da attività vulcanica risalente a 450 milioni di anni fa.

Milioni di anni di storia si celano quindi nelle striature delle rocce metamorfiche della Val Comelico che, con i loro colori e forme diverse, contornano i sentieri e gli itinerari del Col Quaternà e del Monte Cavallino.

Scegli il tuo percorso

Attraverso la forma e i colori delle rocce, scopri una storia lunga milioni di anni e ricca di segreti. Su questa via scoprirai però anche una storia più recente, quella delle battaglie della Grande Guerra.

Questo itinerario mostra alcune unicità geologiche della Val Comelico. In esso potrai infatti osservare le rocce più antiche di tutta le Alpi; ben 500 milioni di anni! Le puoi riconoscere dal caratteristico colore nerastro-verde con venature di selce bianca, a fitte pieghe e  con forma piramidale. Sono rocce di matrice vulcanica perché il monte era un vulcano a tutti gli effetti nel passato. Oltre a quelle vulcaniche, spostandoti verso il Passo di Monte Croce potrai osservare un’altra tipologia di rocce: le arenarie di Val Gardena, caratterizzate dalla particolare colorazione rosso acceso. Attraverso questo percorso potrai quindi essere ammaliato da tutte le sfumature e varietà di rocce presenti, in un panorama completato dalla particolare forma conico vulcanica del Col Quaternà. Proprio a causa della sua forma e della sua posizione, questo monte è stato oggetto di numerosi scontri e appostamenti italiano durante la Grande Guerra. Di queste postazioni militari potrai ancora notare le tracce in questo itinerario ricco di stimoli e storia.

Curiosità: la cima, con la sua fantastica vista panoramica è stata raggiunta anche da papa Karol Wojtyla il 13 luglio 1987.

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
4 ore
Dislivello
640 m
Punto di ristoro Malga Coltrondo
Punto di partenza
Rifugio Rinfreddo

Scopri di più sul percorso

Un itinerario dal fascino fiabesco, in cui ogni tappa sembra un piccolo mondo, circoscritto e magico. Tra boschi e praterie di alta quota, raggiungerai ghiaioni silenziosi e rocce misteriose.

Ciò che lascia stupefatti di questo percorso è la ricca e sorprendente diversità degli scorci naturali che, a pochi passi l’uno dall’altro, sorprendono anche l’occhio più attento. Sarai sorpreso da boschi di conifere alternati a boschi di mughete, da praterie ad alta quota e da ghiaioni e rocce in cui il silenzio surreale è rotto soltanto dallo scorrere dell’acqua sulle rocce e dal cinguettio degli uccelli. La conca dei ghiacciai in ritiro con i suoi torrioni e le sue rapide pareti giungerà poi a riprendere lo stupore: queste forme incuriosiscono l’uomo da millenni che, su di esse, ha tramandato storie e leggende. E tu, che cosa vedi in queste rocce?

Highlights del percorso

Difficoltà EE (Difficile)
Durata
4 ore
Dislivello
531 m
Punto di ristoro Rifugio Forcella Zovo
Punto di partenza
Forcella Zovo

Scopri di più sul percorso

Riscopri la bellezza magica della biodiversità in un’oasi naturale del Comelico.

In circa un’ora di cammino potrai compiere un vero e proprio viaggio all’interno della biodiversità, in un percorso semplice di straordinario interesse naturale. Le torbiere sono dei luoghi umidi con presenza d’acqua in movimento lento che, per questo motivo, permettono il proliferare di numerosissime specie vegetali. Attraverso varie torbiere e infinite varietà erbacee potrai essere investito da tutta la fantastica creatività della natura. Se sei fortunato, potrai incontrare anche le Drosere, delle vere e proprie piante carnivore!

Audio Guida http://www.torbieredanta.it/index.html

Highlights del Percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore 25 min
Dislivello
203 m
Punto di partenza
Piazza Danta

Scopri di più sul percorso

L’acqua è la protagonista di questo itinerario immerso nella natura nei pressi di Padola.

Ai piedi della Cima Aiarnola, vicino all’omonima Casera, potrai imboccare questo itinerario semplice e caratterizzato da un panorama meraviglioso una volta raggiunta la cima. Minimo comune denominatore è la presenza dell’acqua, sia del lago Aiarnola, la prima tappa, sia del lago S.Anna, adiacente alla scenografica chiesetta dedicata alla Santa.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
1 ora 30 min
Dislivello
450 m
Punto di ristoro Ristorante Sant’Anna
Punto di partenza
Padola

Tra sentieri erbosi, ghiaiosi e massi di marmo cavallino raggiungi la vetta della più alta catena di confine tra la Val Comelico e L’Ost Tirol e la sua straordinaria vista. Al ritorno un’opera d’arte nascosta e misteriosa.

All’inizio di questo percorso immersivo, nella roccia e attraverso una storia antichissima, potrai ammirare le straordinarie rocce vulcaniche chiamate “filiadi”, di colore grigio scuro ma movimentate dalle caratteristiche lenti di selce bianca. Poco dopo, giunto a Casèra Rugoiéto, potrai notare il panorama roccioso ulteriormente mutato, caratterizzato da grandi massi biancastri che delimitano il percorso: si tratta di un’antica tipologia di granito chiamata “gneiss”.

Ma il viaggio nei colori non termina qui: una volta giunto alla dorsale che scende dal monte Cavallino rimarrai infatti sorpreso dal riflesso del sole sui quarzi lucenti inseriti nelle rocce di tipo porfiroide, un’altra tipologia di roccia vulcanica.

Per tutto il percorso non potrai non notare le bianche creste dei monti Cavallino e Cavallatto: si tratta di rocce calcaree trasformate in marmi nella loro lunga esistenza di ben 400 milioni di anni. Sulla strada di ritorno, se dal sentiero 145 ti allontani percorrendo una parte erbosa e poi una traccia in marmo di pietra bianca, scoprirai che uno di questi marmi conserva inoltre una vera e propria meraviglia artistica e un mistero irrisolto: un cavallino scolpito nella roccia nel 1770 il cui scultore è tutt’oggi in attesa di essere svelato. Fotografa l’opera d’arte misteriosa e condividila sui social e taggaci: sarai forse tu il prescelto che risolverà il caso dello scultore ignoto?

Highlights del percorso

Difficoltà E-EE (Medio-Difficile)
Durata
4 ore 30 min
Dislivello
1000 m
Punto di ristoro Malga Sivella
Punto di partenza
Val Digon

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Di interesse naturalistico, geologico e storico, questo itinerario ti permetterà di scoprire diverse peculiarità del Comelico. Dalla molteplicità cromatica delle rocce dolomitiche fino all’imponenza delle fortificazioni del Vallo Littorio.

Questo itinerario è caratterizzato da numerosi aspetti distintivi classificabili in particolarità geologiche e rimembranze storiche. Dal punto di vista stratigrafico potrai notare la caratteristica colorazione delle rocce dolomitiche che pervadono tutta la regione alpina orientale. Queste rocce, chiamate “Dolomia”, contengono un minerale, la “dolomite”, da cui prende il nome l’intero gruppo alpino. Un altro elemento “massiccio” che potrai apprezzare durante il cammino è l’imponente Vallo Littorio, forte costruito a scopi difensivi durante la Seconda Guerra Mondiale ma mai utilizzato.

Curiosità: non tutte le Dolomiti sono formate dalla roccia Dolomia!

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
5 ore 30 min
Dislivello
690 m
Punto di ristoro Rifugio Lunelli
Punto di partenza
Parcheggio c/o Terme di Val Grande

Con un percorso ad alta quota dominato da una vegetazione peculiare e suggestiva, raggiungerai la famosa sorgente termale di Aga Puza, ossia dell’«acqua che puzza».

In questo itinerario ad alta quota, ma con lieve dislivello, scoprirai luoghi con uno straordinario interesse geologico e naturalistico. Circondato da abeti ad alto fusto secolari potrai raggiungere la famosa sorgente termale “Aga Puža”, ossia “dell’acqua che puzza”. E puzza davvero! Lo zolfo largamente contenuto nell’acqua produce infatti il caratteristico odore dell’area. Non solo all’olfatto, ma anche alla vista noterai qualcosa di insolito: le mineralizzazioni presenti nell’acqua hanno infatti creato una vegetazione particolare e suggestiva.

Curiosità: L’acqua termale che fuoriesce dalla sorgente ha straordinari poteri curativi sull’organismo.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore 40 min
Dislivello
126 m
Punto di ristoro Nessuno
Punto di partenza
Kral Ladin Padola

Scopri di più sul percorso

Lungo e selvaggio, questo itinerario ti permetterà̀ di vedere con i tuoi occhi l’evoluzione geologica che ha interessato la Val Comelico.

Un vero e proprio viaggio, molto lungo, attraverso la geologia della Val Comelico. Sul margine Est delle Dolomiti potrai osservare rocce variopinte e dalle forme più diverse testimonianti l’evoluzione polifasica e morfologica della zona. Impossibile non notare il definito passaggio dalle rocce dolomitiche chiare articolate in guglie e torrioni a quelle metamorfosate scure della cresta di confine. La varietà del panorama geologico e la natura incontaminata rendono questo percorso “al confine” ricco di stimoli per tutti i sensi.

Highlights del percorso

Difficoltà EE (Difficile)
Durata
6 ore
Dislivello
1100 m
Punto di ristoro Malga Dignas
Punto di partenza
Località la Fitta Val Visdende

Itinerari Culturali - Religiosi

Le Dolomiti del Comelico custodiscono tra le ultime vere testimonianze della montagna autentica, spesso selvaggia e non contaminata dall’intervento dell’uomo. Qui puoi vivere a pieno l’autenticità dell’ambiente che, oltre a raggiungere la vista, coinvolge i sensi dell’udito, dell’olfatto, del gusto e del tatto. Tutti e 5 sensi contribuiscono a creare un’esperienza che parla al cuore e all’anima, tramutando un’escursione in una vera e propria ricerca del tempo perduto. La forte carica spirituale che la valle è in grado di trasmettere non era estranea alle generazioni passate: gli abitanti della valle nei secoli scorsi hanno infatti prodotto tra le più alte e originali testimonianze della storia dell’arte sacra esistenti le quali si fondono sorprendentemente con l’ambiente circostante. Esplora la spiritualità della natura attraverso i secoli!

Scegli il tuo percorso

A San Nicolò di Comelico un itinerario nella storia dell’arte tra le sue chiese più belle.

Scopri le bellezze architettoniche e pittoriche di due straordinarie chiese del Comelico. Ad aprire il percorso, la chiesetta della Ss. Trinità e di Santa Giulia a Gera (fr. Di San Nicolò), edificata nel ‘700 e caratterizzata dalla compresenza di elementi gotici e classicheggianti. Immergendoti poi nella natura oltre che nell’arte raggiungerai la chiesa di San Nicolò che, costruita ne 1475, conserva il ciclo di affreschi più completo di tutto il territorio del Cadore.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
1 ora 30 min
Dislivello
91 m
Punto di partenza
Chiesa della Ss. Trinità e di Santa Giulia, Gera

Guarda il percorso sulla mappa

Arte, religione e tradizione tra le chiese e i sentieri di Comelico Superiore.

Compi un vero e proprio itinerario nell’arte attraverso le chiese realizzate dal capomastro Nicolò Roupel nel XVI secolo. San Leonardo Vecchio a Casamazzagno e Sant’Antonio Abate a Candide oltre ad essere due chiese di straordinaria bellezza e con una vista impareggiabile sulla valle, costituiscono un vero e proprio unicum artistico: pur essendo realizzate in periodo rinascimentale, conservano ancora tutti gli aspetti architettonici caratteristici del gotico tardo-medievale. La valle infatti, a causa della sua posizione geografica isolata, è sempre stata raggiunta “in ritardo” dalle tendenze artistiche italiane. Concludi poi il tuo percorso con un’esperienza artistica contemporanea: imbocca il sentiero “Troi dli tradizion” che, attraverso sculture in legno, opere di artisti locali, racconta le più antiche tradizioni del Comelico.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore
Dislivello
191 m
Punto di partenza
Chiesa di S. Elisabetta, Gera

Guarda il percorso sulla mappa

Sulla “strada dei nonni” tra i paesi di Costalissoio, Casada e Santo Stefano.

Viaggia come una volta seguendo il percorso utilizzato nel secolo scorso per muoversi tra le frazioni di Santo Stefano di Cadore. Questa via, battuta quotidianamente dagli abitanti della valle conserva numerose manifestazioni e manufatti religiosi lasciati in segno di protezione del tragitto e di supporto alle fatiche di ogni giorno.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore
Dislivello
209 m
Punto di partenza
Piazza S. Lorenzo, Casada

Guarda il percorso sulla mappa

“Il rispetto per il prossimo” e altri valori, lasciarti in eredità alla future generazioni a Comelico Superiore.  

Proprio ai margini della frazione di Padola, con partenza in via Torrente, inizia una via crucis innovativa e peculiare voluta fortemente dai cittadini del paese. Attraverso le postazioni del percorso, potrai riscoprire gli antichi valori religiosi e di vita dei nostri avi esattamente nel panorama che essi vedevano ogni giorno, quello della natura incontaminata ricca di meraviglie. La via, oltre ai valori della fede cristiana, si propone di tramandare i valori del vivere in una comunità, lasciando un segno positivo alle future generazioni e, allo stesso tempo, realizza un’opera di valorizzazione urbanistica e del paesaggio basata sul rispetto della natura e dell’uomo.

Dall’antichità alla Grande Guerra alla scoperta della spiritualità di Santo Stefano di Cadore.

Viaggia attraverso la storia accompagnato da un panorama naturale indimenticabile. Raggiungi un passato più lontano, attraverso antichi piloni votivi e un passato più recente commemorando i soldi italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale al Cimitero Monumentale Militare del Comune di Santo Stefano. Due hotspot caratterizzati da una diversa impronta religiosa, ma da una carica spirituale altissima.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
1 ora 30 min
Dislivello
25 m
Punto di partenza
Chiesa di S. Stefano

Guarda il percorso sulla mappa

L’arte della natura e la sua potenza spirituale tra Padola e Danta di Cadore.

In questo itinerario potrai scoprire la bellezza dell’arte religiosa prodotta sapientemente dalla mano dell’uomo e riscoprire tutta la spiritualità delle manifestazioni artistiche della natura. Attraverso due stupende chiese lontane dai centri abitati e immerse nel panorama selvaggio, la chiesetta di Sant’Anna a Padola e la chiesetta di Santa Barbara a Danta, sarai trasportato nella sublime manifestazione naturale del bosco in penombra e delle imponenti ma dolci montagne.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore
Dislivello
40 m
Punto di partenza
Chiesa di S. Anna, Padola

Guarda il percorso sulla mappa

Il sacro tra le vie del passato a San Pietro di Cadore.

Appena fuori dal centro abitato di San Pietro, troverai le antiche case di legno una volta fulcro della vita e dell’economia paesana. Camminando la le antiche vie che solcano le file di casette, potrai rinvenire numerose presenze “religiose”, realizzate in passato come manifestazioni votive a protezione del bestiame e della ita quotidiana.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore
Dislivello
139 m
Punto di partenza
Chiesa di S.Anna, Costalta

Guarda il percorso sulla mappa

I "Troi"

A Comelico Superiore l’esperienza della montagna autentica si declina in 4 sentieri tematici chiamati “i Troi”. Attraverso questi itinerari potrai scoprire il racconto per immagini della cultura e delle tradizioni che costituiscono i caratteri distintivi della Val Comelico.

Parlando di tradizioni e cultura, il legno è senza dubbio ciò che contraddistingue la valle più di ogni altra cosa. Dai boschi, alla storia di intere casate che nel passato si sono arricchite con il commercio del legname, all’artigianato e all’arte contemporanea: tutta la filiera del legno da secoli scandisce la vita e la quotidianità degli abitanti del Comelico. Ed è proprio questo legno che segna anche le tappe dei Troi, grazie a delle sculture e bassorilievi realizzate da artisti locali e raffiguranti concetti, momenti ed attività illustrate. Una sorta di “libro diffuso” che racconta al viaggiatore la cultura, il folklore e le tradizioni della valle, talvolta dimenticate, ma spesso ancora presenti.

Completa tutti i Troi per un tuffo nel passato!

Scegli il tuo percorso

Sentiero delle maschere, Dosoledo – Fienile di Bigaran

In questo itinerario ti immergerai in una delle tradizioni più distintive del Comelico: il Carnevale.

Attraverso una ventina di sculture realizzate in legno di larice dagli artigiani locali, potrai immaginare la magia, i suoni, i colori che nel periodo del Carnevale potresti osservare attraverso i fori della tua tipica maschera in legno. In legno come le caratteristiche sculture che accompagnano il viandante e che suscitano non solo la gioia della festività, ma anche la sua conclusione nel periodo della Quaresima, in cui la sofferenza di Cristo richiama solitamente l’uomo alla routine della vita quotidiana.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
25 min
Dislivello
167 m
Punto di partenza
Dosoledo

Scopri di più sul percorso

Sentiero dei contadini, Casamazzagno – Dosoledo

Un sentiero per scoprire la vita contadina attraverso le fatiche quotidiane del passato.

Essere un contadino e lavorare nei campi, ma anche nelle stalle, nei prati, nei boschi, implicava un preciso stile di vita, delle tradizioni, una cultura locale. Attraverso le sculture in legno di artisti contemporanei, potrai esplorare il mondo contadino che per quasi un millennio ha caratterizzato la valle e di cui oggi rimangono come testimoni i fienili nei prati a bassa quota e i barchi in alta montagna (dove una volta si conservava il fieno per la stagione invernale). Sei pronto a tornare indietro nel tempo a quando le donne attingevano l’acqua alla fontana con i secchi di rame, a quando nei campi si coltivavano orzo, segale e lino, a quando i prati venivano falciati con la falce e la caccia veniva praticata per necessità?

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
50 min
Dislivello
107 m
Punto di partenza
Dosoledo

Scopri di più sul percorso

Sentiero delle tradizioni, Candide – Dosoledo

Scopri in questo percorso tematico tutte le tradizioni della valle, da quelle ancora tenute vive dai suoi abitanti, fino a quelle quasi dimenticate.

A mano a mano che procederai attraverso le placchette scolpite con legno di larice, conoscerai tutte le tradizioni peculiari dell’area che, combinate insieme, contribuiscono a creare quella solida cultura popolare che tutt’oggi permea la vita e l’immaginario degli abitanti del Comelico. La Regola, il Rogo della Muta di metà Quaresima, il carro dei coscritti, le processioni, l’Ardoia, il suono dei ciampanotti nelle festività natalizie, tradizioni di carattere religioso ma anche profano ti accompagneranno quindi in un’indimenticabile passeggiata nella natura e nella storia.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
30 min
Dislivello
77 m
Punto di partenza
Dosoledo

Accessibilità: Passeggini e carrozzine per persone con disabilità motoria

Scopri di più sul percorso

Sentiero dei mestieri, Padola – Dosoledo

I mestieri di una volta: un viaggio nei ricordi per qualcuno, una completa scoperta per i più giovani.

In questo itinerario attraverso sculture lignee potrai esplorare i lavori che in passato caratterizzavano la vita nella Val Comelico. Al Clompar, al Mulnei, al Fauru, al Scarper…tantissimi mestieri oggi sono pressocché scomparsi e nuove professioni hanno invece fatto capolino nella nostra quotidianità. Percorrere questo sentiero attraverso gli antichi mestieri significa perciò immergersi in una quotidianità che consciamente non sempre ricordiamo, ma che fa parte della nostra cultura e delle nostre radici.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
18 min
Dislivello
85 m
Punto di partenza
Dosoledo

Scopri di più sul percorso

I Sentieri di Papa Giovanni Paolo II

La forte spiritualità mossa nell’animo umano dalla natura potente, selvaggia e incontaminata della valle è infatti stato l’elemento che ha spinto il santo padre a considerare le montagne del Comelico come la sua seconda casa dal 1987 al 1998. Per onorare questa unicità spirituale egli ha celebrato diverse messe in loco, tra cui quella, che ormai è passata alla storia, in Val Visdende in occasione del patrono degli operatori forestali. Alloggiando tra i boschi del “Castello Mirabello”, Papa Wojtila ha esplorato la valle in lungo e in largo in escursioni e, quando la malattia iniziava a debilitarlo, grazie ad attività più ristorative. Riscopri la spiritualità della natura attraverso le escursioni predilette dal papa!

 Guarda il Video del Papa Giovanni Paolo II in Val Comelico

Scegli il tuo percorso

Escursione compiuta da Papa Giovanni Paolo II il 10 luglio 1987

L’itinerario passo per passo

-Partenza dal rifugio Lunelli, raggiungibile con auto da Valgrande (Terme delle Dolomiti)

-Imbocca la strada sterrata (segnavia 101) che rientra nel bosco in falsopiano fino al greto del torrente Risena

Hotspot: qui potrai ammirare le imponenti e altissime pareti del Sasso di Selvapiana e dei Campanili di Popera

-Attraversa quindi il torrente e prosegui per il tracciato che si riduce a mulattiera e comincia a salire con una serie di tornanti

-Superando tratti rocciosi alternati a fitte macchie di mughi, guadagnerai quota velocemente

Hotspot: un lungo traverso verso destra ti spingerà a guadare i due rii all’origine delle cascate viste dal basso, ammirate e lodate dal Papa durante la sua escursione

-Con ultima breve salita che porta nel Vallon Popera, dove spiccano le pareti della Croda Rossa e il Passo della Sentinella, raggiungerai il rifugio Berti.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
1 ora 30min
Dislivello
380 m
Punto di ristoro Rifugio Berti
Punto di partenza
Rifugio Lunelli

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Escursione compiuta da Papa Giovanni Paolo II il 13 luglio 1987

L’itinerario passo per passo

-Partenza dalla Strada Statale n. 52, da cui si imbocca la carrozzabile che porta alle Casere di Coltrondo e Rinfreddo. Lì sarà possibile lasciare l’auto sul parcheggio vicino alle Casere

-Prosegue quindi in salita lungo un’ampia carrareccia (segnavia n.149)

-Al bivio in località “La Ponta”, continua sulla sinistra per la stretta strada militare in direzione Quaternà

-Attraverso ampi pascoli fioriti raggiungi la Sella del Quaternà. L’ascesa al Monte Quaternà è molto semplice.

Hotspot: sulla vetta del monte noterai una grande croce. Da qui si potrai osservare un panorama a 360 gradi mozzafiato su tutta la Val Comelico con il Gruppo del Popera, la Sella dei Frugnoni, la cresta di confine con il Monte Cavallino, i Brentoni e il Tudaio ed in secondo piano le innevate Alpi Austriache.
-Scendendo nuovamente alla sella del Quaternà, potrai intraprendere la lunga e panoramica traversata della “Costa della Spina” per raggiungere la località “Federe” a monte dell’abitato di Casamazzagno.

Hotspot: Qui troverai un cippo di roccia dolomitica scolpito a ricordo della presenza papale

Escursione compiuta da Papa Giovanni Paolo II il 4 luglio 1996

 L’itinerario passo per passo

-Partenza dal rifugio Lunelli, raggiungibile con auto da Valgrande (Terme delle Dolomiti)

-Imbocca la strada militare che dal parcheggio del rifugio sale verso il Monte Colesei

Hotspot: Nella seconda parte della salita osserverai panorami molto diversi tra loro che si alternano: le incombenti pareti dolomitiche del Monte Popera e Cima Undici a ovest, la Valle in tutta la sua estensione in direzione sud, il Monte Spina dall’altra parte della valle fino al Monte Elmo e la Valle di Sesto.

-Terminata la salita, con una breve contropendenza giungerai alla Forcella Pian della Biscia, pochi metri sotto la cima del Monte Colesei

-Dalla Forcella puoi proseguire salendo per pochi metri fino a raggiungere le imponenti fortificazioni militari del Vallo Littorio, il forte scavato nella parete della Croda Sora i Colesei a scopo di difesa durante la Seconda guerra mondiale, ma mai utilizzato.

L’itinerario passo per passo
-Partenza dal Rifugio Sorgenti del Piave (località dove nasce l’omonimo fiume), in cui è possibile parcheggiare l’auto

-Inforca poi la strada sterrata segnata 132, passando per una cava di marmo in direzione Rifugio Calvi

-Al rifugio sali a sinistra affiancando vicino resti di trincee e di postazioni di guerra fino a raggiungere il Passo Sesis (mt. 2325)

-Proseguendo poi lungo il sentiero intraprendi la “Via normale Papa Giovanni Paolo II” e salirai con numerose serpentine lungo un canale di detriti fino ad arrivare sotto le rocce con resti di baraccamenti

-Da qui, sali attraverso un canale dove sono ancora visibili le tracce di ancoraggi di sicurezza e raggiungerai la cresta

-Percorri la cresta verso ovest fino alla cima del monte Peralba dove troverai il libro di vetta. 

Hotspot: Dalla cima potrai apprezzare un grandioso panorama sulla Val Visdende.

Highlights del percorso

Difficoltà E- EE (Medio-Difficile)
Durata
4 ore 30min
Dislivello
850 m
Punto di ristoro Rifugio Calvi
Punto di partenza
Rifugio Sorgenti del Piave

Gli Itinerari della Grande Guerra

Dopo essere passata dalla dominazione Francese a quella Austriaca, la Val Comelico entra nel Regno d’Italia nel 1866. Meno di un secolo dopo, la valle torna però ad essere teatro di scontri contro gli Austriaci durante la Grande Guerra. Potrai ritrovare i “resti” della guerra in quest’area sia ad alta quota che in zone più basse: ricordano all’osservatore le atrocità di una guerra che sembra lontana ma che, paragonata all’antichità delle rocce delle montagne che abbracciano la valle, parla in realtà di una storia molto recente. Nel Popera, con un percorso che parte dal rifugio Berti, potrai calpestare il luogo dove sono stati trovati i resti dell’Ignoto Soldato, morto mentre difendeva il paese dal nemico, e ritrovato solo nel 1983.

«Quassù le meraviglie del creato ricordano il calvario di giovani vite e la loro voglia di vivere

», recita la targhetta installata sul luogo del ritrovamento. Le escursioni della Grande Guerra ti permetteranno di essere trasportato indietro nel tempo e di guardare il panorama con gli occhi di chi, 100 anni fa, lo guardava consapevole del fatto che quella avrebbe potuto essere la sua ultima vista. Un viaggio nella storia, ma anche nelle emozioni dell’animo umano.

Scegli il tuo percorso

Non perdere l’occasione di unire la passione per lo sport e quella per la storia grazie ad un altavia con percorsi attrezzati che collega tutti i luoghi della Grande Guerra. Scopri a fondo le Dolomiti!

“Dolomiti senza confini” è un progetto nato dall’idea che le peculiari montagne non costituiscano una barriera, bensì un luogo di incontro e di scambio. Il percorso scaturito da quest’idea si articola in 12 percorsi attrezzati che si sviluppano tra Italia e Austria che uniscono tra loto le trincee, le gallerie, gli appostamenti e tutti gli altri luoghi testimoni degli scontri della Prima Guerra Mondiale. Cadore, Comelico, Pusteria, una volta divise dagli orrori del conflitto, risultano oggi simbolicamente insieme in un itinerario di straordinario valore alpinistico e storico. Prova l’altavia del Comelico in cui praticare trekking a lunga distanza e arrampicate sulle vie ferrate.

Scopri di più sul percorso

Esplorazione del Quaternà, zona nevralgica del conflitto, con le sue postazioni, caverne, trincee, ricoveri di guerra. Disponibili mappe tematiche.

Partenza: Malghe di Coltrondo o Rifugio Rinfreddo.

Itinerario di postazioni recentemente ripristinate.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
30 min
Dislivello
90 m
Punto di partenza
Val Visdende – loc. Cima Canale

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Sentiero militare che dalla Val Visdende conduce in Val Vissada. Passaggio per il monumento in commemorazione dei soldati periti a causa di una valanga.

Highlights del percorso

Difficoltà T (Facile)
Durata
2 ore 50 min
Dislivello
500 m
Punto di partenza
Forcella Zovo

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Percorso che passa per luoghi disseminati di resti di trincee e baraccamenti. Si osservano le postazioni del Col Quaternà versante Est, dei Frugnoni, della Cresta di confine e della zona Cavallino.

Partenza: Malga Sivella

Postazioni del passo Palombino, di Cima Palombino e di Cima Vallona, con resti di baraccamenti e presidi. Sulla cima del Palombino le gallerie con gli appostamenti dei cecchini raccontano la tensione del fronte.

Partenza: Malga Melin

Valico fondamentale della difesa austriaca con resti di postazioni e successivi fabbricati italiani di presidio.

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
3 ore 
Dislivello
650 m
Punto di ristoro Malga Dignas
Punto di partenza
Val Visdende – Bivio Ciadon

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Itinerario ad anello che ripercorre i luoghi salienti del conflitto. Passaggio per il vecchio rifugio Sala, ora spazio museale dedicato alla Grande Guerra. Non perdere il monumento all’Ignoto Soldato, che sappiamo oggi essersi chiamato Carlo Cosi e i cui resti sono conservati al Museo della Cultura Alpina Ladina del Comelico a Padola.

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
3 ore 
Dislivello
450 m
Punto di ristoro Rifugio Berti
Punto di partenza
Rifugio Berti

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Audio Guida gratuita 

Escursioni intorno ai Rifugi Lunelli e Berti

I Rifugi Italo Lunelli e Antonio Berti costituiscono due punti nevralgici della valle, attorno a cui gravitano numerosi percorsi ed escursioni sulle Dolomiti del Comelico. Abbiamo selezionato per te i più belli!

Il Rifugio Lunelli, così chiamato in onore di Italo Lunelli, trentino irredento protagonista delle vicende belliche terminate nella conquista del Passo della Sentinella, si trova su un ampio spazio verdeggiante sotto le rocce del Creston Popèra, alla fine della strada che sale da Valgrande.

Il Rifugio Berti invece, intitolato ad Antonio Berti, storico e autore delle Guide delle Dolomiti Orientali, si erge in una posizione panoramica privilegiata, proprio all’imboccatura del Vallon Popera.

Attraverso la segnavia 101 potrai spostarti tra un rifugio e l’altro in circa 1h di salita e mezz’ora di discesa.

Riferimenti

Rifugio Italo Lunelli a Selvapiana – 1568 m. (tel. 0039.0435.67171) 
Rifugio Antonio Berti al Popèra – 1950 m (tel. 0039.0435.67155)

Scegli il tuo percorso

Passando per Zancurto

L’ itinerario passo per passo
(Percorso facile – segnavia 155 – ore 1.30/1.45)

-Segui la strada militare del Monte Colesèi fino al terzo tornante

-A questo punto gira a destra per proseguire nel bosco

-Il sentiero segnato 155 ti condurrà attorno alla pendice orientale del Monte Colesèi fino ai prati a sud del Passo di Montecroce

-Da qui risali in quota fino al valico

Passando per forcella Pian della Biscia (percorso panoramico)

L’itinerario passo per passo
Percorso facile – segnavia 124 – ore 2.00/2.15

-Segui la strada militare del monte Colesèi fino alla forcella Pian della Biscia (1924m)

-Dalla forcella sali verso est sulla Cima del monte Colesèi

-Prosegui poi verso destra per il sentiero segnato 124 fino al valico

-Scendi verso nord, attraverso dossi e prati fino al passo di Monte Croce

Percorso facile – segnavia 101 e 124 – h 2.00/2.30

L’itinerario passo per passo
-Dal Rif.Lunelli attraverso una mulattiera raggiungerai il Rifugio Berti, in 45 minuti/1 ora

-Seguendo il segnavia 101 ti potrai addentrare nel maestoso e verdeggiante Vallon Popèra, racchiuso fra le imponenti pareti rocciose del Popèra, della Cima Undici, della Croda Rossa e delle altre alture del gruppo

-Attraverso un sentiero facile raggiungerai il laghetto Popèra (mezz’ora/45 min dal Rifugio Berti), dove potrai assaporare momenti di relax alliettati dal panorama montano

-A destra del laghetto, verso la Val Comelico, imbocca il sentiero 124 che ti condurrà all’osservatorio sul Creston Popèra (20 minuti dal laghetto), con una grandiosa vista sulle cime dolomitiche circostanti, indicate a ferro di cavallo.

-Rientra poi per un sentiero facile al Rifugio Berti (20 min) e poi nuovamente al Rifugio Lunelli.

Giro ad anello che permette di raggiungere, in un’unica escursione, il Rifugio Lunelli, il Rifugio Berti ed l’ex Rifugio Olivo Sala, chiuso nel 1962. Con un piccola deviazione potrai raggiungere una fortificazione militare dell’epoca della Seconda Guerra Mondiale di particolare grandezza, nota come “sbarramento passo Monte Croce Comelico”.

Highlights del percorso

Difficoltà E (Medio)
Durata
4 ore
Dislivello
850 m
Punto di ristoro Rifugio Berti
Punto di partenza
Rifugio Lunelli

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

L’escursione in direzione del Passo della Sentinella, è adatta ad escursionisti con una buona preparazione fisica soprattutto a causa dei terreni non sempre semplici. Le peculiari forme del Vallon Popera e le verticali pareti della Croda Rossa, di Cima Undici e del Popera, con i resti del suo ghiacciaio, ripagano però di ogni sforzo. 

Highlights del percorso

Difficoltà EE (Difficile)
Durata
4 ore 
Dislivello
7800 m
Punto di partenza
Rifugio Berti

Scopri di più su Comelicoutdoor.it

Il Cammino delle Dolomiti

Il progetto del Cammino delle Dolomiti è molto ambizioso: è quello di far conoscere luoghi nascosti, o estranei ai tradizionali flussi turistici, di far apprezzare i panorami conosciuti attraverso altri punti di vista, di valorizzare il territorio nel suo complesso in maniera intelligente e profonda. Un input “slow tourism” che mira a riscoprire un turismo vero e autentico di inclusione e rispetto e non di sfruttamento di massa. Ecco quindi che, nelle porzioni di percorso in Comelico, non vengono evidenziati solo gli aspetti naturalistici “da cartolina”, che si trovano in abbondanza nella valle, ma sono proposte delle esperienze multi-tematiche e multi-sensoriali destinate ad incontrare al meglio la molteplicità di interessi e scopi del turista moderno.

Scegli il tuo percorso

L’itinerario passo per passo
-Partenza: Chiesa parrocchiale di S. Giustina di Auronzo

-Sale per via Tarin, fino alla tabella con le indicazioni del sentiero CAI 12, qui svolta a destra e prosegui in direzione Larietto. Ssalendo gradualmente potrai osservare il maestoso panorama sul paese e sul lago.

– Prosegue sul sentiero fino a incontrare la strada forestale che sale da Villapiccola e, proseguendo a sinistra in salita, continua fino ad incontrare un bivio nei pressi di un crocifisso ligneo

-Qui, devia a destra leggermente in discesa e imbocca il collegamento tra i sentieri CAI 12 e 13. Giungerai ad un ponticello sul rio di Valle Ostera

-Dal ponte inizia a salire per il sentiero CAI 13, ora strada forestale. Fai attenzione: abbandona la strada forestale in prossimità di un bivio e imbocca sulla destra il sentiero CAI 13 più stretto.

-Sali quindi fino al bivio con il sentiero 14. Seguilo e incontrerai prima un capitello dedicato alla Regina della Pace e un altro dedicato a Sant’Antonio.

-Da qui, in breve raggiungerai il passo S.Antonio, conosciuto anche come passo Zovo
-Una volta valicato il bivio dopo l’albergo S.Antonio incontrerai un bivio: si imbocca la carrareccia con le indicazioni del sentiero CAI 153-164.

-Prosegui in leggera salita sulla strada sterrata e incontrerai i bivi per Rin Basso e per Pra della Monte.

-Devia quindi a sinistra sulla strada sterrata, seguendo sempre il segnavia 164 fino a casera Ajarnola.

-Attraversa il ponticello e imbocca il sentiero CAI 152, in discesa, costeggiando il prato e scendendo poi nel bosco.

-Una volta arrivato alla località Acque Rosse troverai una sorgente di acqua ferruginosa da cui prosegui in discesa raggiungendo in breve Padola.
-Dalla piazza principale di Padola, tieniti alle spalle chiesa parrocchiale: troverai le indicazioni per il Mulin Berto.

-Prosegui dunque ad un capitello che segna l’inizio del percorso chiamato “troi di mistieri

-Percorrilo in discesa fino a Mulin Berto e al ponte sul torrente Padola, poi in salita fino a Dosoledo

-Raggiungerai quindi i caratteristici fienili di Dosoledo e poi attraversare le vie del paese fino alla borgata Sacco, –Poco prima della chiesetta imbocca un bivio a destra e potrai cominciare un altro sentiero tematico: “troi dli tradizion”

L’itinerario passo per passo
-Partenza:  chiesa della Madonna della Neve

-Scendi per la strada asfaltata e supera il ponte sul torrente Cordevole

-Al primo bivio gira a sinistra raggiungendo il ristorante “Da Plenta”

-Dopo il ristorante attraversa il ponte e imbocca il sentiero CAI 136 fino al bivio con il sentiero CAI 133: qui attraversa il Cordevole seguendo il segnavia 136 fino a Casera Sesis

-Dal retro della casera prosegui sempre sul sentiero segnato, che qui però inizia a restringersi e a salire nel bosco. Seguilo fino al passo del Roccolo, dove potrai fermarti per una sosta su tavoli e panche e, se segui il sentiero CAI 136 che prosegue sulla sinistra, raggiungerai in circa 20 minuti il rifugio Sorgenti del Piave

Variante: deviando dal percorso potrai raggiungere le sorgenti del Piave, alle pendici del Peralba.

-Dal passo del Roccolo scendi imboccando il sentiero naturalistico Piave fino alla strada asfaltata che sale da Cima Sappada.

-Da qui prosegui sul sentiero naturalistico che scende sulla destra e poi sulla sinistra del Piave fino al Rifugio Piani del Cristo.

Variante: puoi completare questo tratto anche sulla strada asfaltata, ma il sentiero naturalistico ha tutta un’altra vista!

-Al rifugio imbocca il sentiero CAI 139 sulla destra della strada (sulla sinistra si trova un tavolo con panchine) e ti addentrerai velocemente nel bosco

-Segui il sentiero fino alla fine, nei prati che circondano la borgata di Puicher

-Qui inizia a seguire la strada che attraversa le varie frazioni di Sappada.

Curiosità: questo tragitto viene percorso anche in occasione del ritorno dal pellegrinaggio a Luggau, con l’accompagnamento delle campane delle chiesette di ogni frazione che suonano a festa

-Raggiungi la chiesa parrocchiale di S.Margherita, sede finale della tappa.

Curiosità: Alle pendici del monte Peralba (che significa”Pietra bianca”) nasce il Piave. Giovanni Paolo II salì a piedi in vetta al massiccio bianco, in una delle sue memorabili escursioni nei paesaggi del Cadore.

L’itinerario passo per passo
-Partenza: Chiesa di S. Maria Assunta di Candide

-Muoviti in direzione Sega Digon sulla strada asfaltata in discesa. Poco dopo il capitello imbocca la strada sulla sinistra e segui le indicazioni per la Chiesa dei Caduti di Cima Vallona
-Subito dopo la chiesa, al bivio, imbocca la strada di destra, seguendo le indicazioni per Costa

-Attraversa il paese e imbocca la strada che prosegue pianeggiante verso Costalissoio (non ci sono indicazioni, ma non puoi sbagliare!)

-In circa 30 minuti raggiungerai la piazza principale di Costalissoio, da cui potrai proseguire in leggera salita verso Costaltasi esce dal paese, dirigendosi verso Costalta

-Arrivato a Costalta, tra le numerose sculture in legno affisse all’esterno delle case, imbocca la strada che porta verso la forcella Zovo

-Superati il rifugio e la forcella, inizia a scendere per la carrareccia nel bosco, prosegui poi fino all’Albergo Miravalle e, poco dopo, all’agriturismo Pra della Fratta

-Quando il panorama si apre su tutta la Val Visdende e sul Peralba continua fino a raggiungere l’agriturismo Casera Pra Marino

-Da qui prosegui lungo la strada verso la Locanda Alpina.

Variante: dalla Casera Pra Marino, attraverso un sentiero tra i prati puoi raggiungere la chiesa della Madonna della Neve a Pra Marino, visitata da Giovanni Paolo II.

Hotspots
-La Chiesa dei Caduti di Cima Vallona che incontrerai all’inizio del percorso ricorda i quattro militari morti nel giugno 1967 a causa di un attentato terroristico ad opera dei separatisti sudtirolesi
-Poco prima di raggiungere Costa si apre una vista indimenticabile sul gruppo del Popera e su tutto il Comelico Superiore
-In direzione Costalissoio potrai ammirare una eccezionale panorama su Danta
-Costalta è centro culturale di straordinaria importanza, noto per le svariate produzioni letterarie in lingua ladina
-Dopo Pra della Fratta potrai immergerti in una vista mozzafiato sulla Val Visdende, con prati verdi e boschi chiusi dalla piramide bianca del monte Peralba, dove si trovano le sorgenti del Piave. Le creste che scorgerai a nord segnano il confine con l’Austria!

L’itinerario passo per passo
-Partenza: chiesa di Sappada

-Dalla chiesa scendi verso il parcheggio camper e gira a destra seguendo le indicazioni per il sentiero CAI 315 e prosegui fino ad incontrare il primo ponte sul Piave.

-Attraversa il ponte e, dopo il capitello risali per un breve tratto costeggiando il Rio Storto fino ad un altro ponte. Attraversalo e poi segui sulla destra il sentiero CAI 313 in direzione Passo Digola fino ad incrociare la carrareccia che sale da Lerpa.

-Sali lungo l’ampia carrareccia che attraversa il bosco della Digola fino all’omonimo passo

Variante: se imbocchi il sentiero 313 più stretto giungerai alla malga Tamer (all’esterno vi sono tavoli e panche!)

-Dal passo della Digola (1674 m), continua a seguire il sentiero 313 che scende fino alla Casera-Tabià Digola (1562 m). Anche qui potrai fermarti per una sosta!

-Prosegui in discesa attraverso il bosco, in cui potrai notare esemplari secolari di abete bianco, fino ad un bivio: qui imbocca il sentiero 312 in direzione Val Frison.

-Attraversa il ponte sul torrente Frison e raggiungi la strada provinciale n.465 che sale da Campolongo verso forcella Lavardet
-Gira a sinistra risalendo la Val Frison lungo la strada; supera un altro ponte e, dopo alcuni tornanti, raggiungi il passo della Merendera.
-Prosegui lungo la strada principale verso forcella Lavardet fino a un bivio che porta a Casera Campo in cui troverai delle tabelle che segnalano il sentiero per il Rifugio Tenente Fabbro.

-Dalla tabella imbocca il sentiero più stretto che sale per il boscofino a Casera Sottopiova
-Da qui prosegui per un breve tratto e, appena inizi ad intraverdere Cima Campigotto, imbocca sulla sinistra un sentiero appena accennato che ti poterà al Rifugio tenente Fabbro, sede finale della tappa.

Hotspots
-Al passo della Digola (1674 m) potrai apprezzare una fantastica visione di Danta e del gruppo del Popéra
-In val Frisón ti troverai di fronte a paesaggi incontaminati sulle antiche vie di transito tracciate dall’uomo nei secoli

Il Sentiero Frassati

Questo sentiero non è solo un omaggio a Pier Giorgio Frassati, ma anche un modo per ricordarci che la vita è un’esperienza autentica che deve essere arricchita da altri valori, proprio come è successo al giovane torinese che si è dedicato agli altri, impegnandosi sempre nel sociale.

L’idea di intitolare sentieri o vette al giovane Frassati è nata nel 1996 a Sala Consilina, in provincia di Salerno, con il “Sentiero Frassati della Campania” ed è poi stata sposata dal C.A.I. di molte altre regioni italiane, che hanno creato sentieri dedicati al beato, per tutti quei giovani che, come diceva lui, vogliono “vivere e non vivacchiare”.

Il Sentiero Frassati della Val Comelico è strutturato in 6 tappe, che toccano i diversi paesi e borghi sparsi nelle due vallate, ed è adatto a chiunque voglia immergersi nella natura e provare a vivere un’esperienza unica, per “provare quella gioia che solo in montagna si ha”.

Scegli il tuo percorso

Piccolo borgo di gente fedele alle tradizioni, immerso in un panorama fantastico, Danta di Cadore è il punto di partenza di numerose escursioni, tra cui la prima tappa del Sentiero Frassati.

Scrittori e poeti hanno cantato Danta di Cadore, nota fin dal 1585 per essere luogo di passaggio o di sosta di diverse processioni religiose che rispettavano particolari usanze e norme: fino a cento fedeli, le Croci che aprivano la processione sfilavano con un certo ordine, seguivano poi altre figure quali il Pievano (unico a cavallo), il Mango e i Laudadori e il popolo chiudeva il corteo. Le processioni per i due patroni di Danta, i Santi Sebastiano e Rocco, oltre che gli abitanti attiravano fedeli anche da vallate e paesi vicini – tra cui la Val di Zoldo.
Ancora molto sentita al giorno d’oggi è la Processione della Madonna della Purità, durante la quale i diciottenni coscritti portano la statua tra le vie del paese.

Itinerario passo per passo
-Partenza: piazza davanti la Chiesa Dei Santi Rocco e Sebastiano di Danta di Cadore (1398 m)

-Prosegui lungo la strada asfaltata fino al bivio con le indicazioni per Ciaculla-Col PiMo

-Imbocca la strada a sinistra, inizialmente asfaltata e poi ghiaiosa

-Continua fino al bivio e prosegui dritto. Incontrerai un torrentello da cui affiorano strati di arenaria rossa

-Al bivio successivo troverai davanti a te un capitello dedicato a Sant’Antonio da Padova e un panorama fantastico. Prosegui lungo la strada asfaltata

-Giunto alla piana di Santo Stefano (908 m), attraversa il ponte sul Pàdola ed entra nel centro del Paese, sulla piazza della Chiesa Pievanale (1 ora e 30 da Danta)

-Prosegui ora sulla Statale 355 per circa mezzo chilometro, con direzione Sappada, fino al ponte sul fiume Piave, in località Tàmber

-Attraversa il ponte fino all’antica Tardàga (indicata sulle mappe come “Transacqua”) e continua costeggiando il Piave. La strada conduce fino al Camping Comèlico e al capitello Regina della Pace dell’Ana di Campolongo, per poi giungere proprio nel villaggio di Campolongo di Cadore (940 m)

-Raggiungi la strada principale – via Frison, Strada Provinciale 465 – e prosegui verso destra, salendo tra le case

-Lasciati alle spalle il paese e, superato il capitello di Sant’Anna, imbocca la mulattiera (segnavia CAI 313) che conduce al Passo della Dìgola. Questo tratto è abbastanza faticoso, ma il panorama merita!

-Superato il Tabià Ronco del Pòpo (1394 m) e un ruscello con una fontanella incavata in un tronco, continua per la stradina meno ripida che passa per il pascolo del Tabià della Dìgola (1652 m)

-Prosegui per il sentiero 313 fino alla casèra Tiimer di dentro (1650 m), dove puoi scegliere se imboccare la strada forestale a destra, più semplice ma noiosa, o la il vecchio sentiero, più ripido ma interessante.

-Quando i due sentieri si incontrano, segui la strada sterrata che porta fino a un doppio ponte di legno per attraversare il Piave, e continua lungo la carrareccia fino alla borgata Lerpa (1225 m)

-Proseguendo lungo la Statale 335 arriverai alla chiesa parrocchiale di Santa Margherita, punto di arrivo della prima tappa del “Sentiero Frassati del Veneto in Comèlico e Sappàda” (circa 6-7 ore da Danta)

Hotspot
-Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano di Danta: secondo alcuni documenti locali una prima chiesa locale è stata edificata nel 1486. Nel 1786 sono iniziati i lavori di restauro e nel 1939 e 1990 ulteriori lavori di ampliamento e sistemazione. Oggi è la chiesa parrocchiale che nell’altare maggiore ospita due statue lignee dello scultore locale Guglielmo De Martin di Dosolédo

-Chiesa di Santa Barbara: situata in una posizione molto panoramica, che domina Danta e la Valle, è stata edificata a partire dal XVIII secolo sul luogo in cui sorgeva un piccolo capitello. Una statua lignea di Santa Barbara domina la facciata.

-Capitelli: numerosi sono i capitelli disseminati nel paese o nei boschi limitrofi

-Cimitero Monumentale Militare di Santo Stefano: costruito nel 1921 per accogliere i caduti della Grande Guerra, ospita 947 soldati di cui 831 italiani.

-Chiesa di Santo Stefano di Cadore: è la Chiesa più antica del Comelico (e seconda più antica del Cadore), eretta nel 1208 in stile tardo gotico e rimaneggiata nel 1478 e successivamente dal 1662 al 1675. Ospita al suo interno diverse tele risalenti a epoche diverse. Sotto il pavimento centrale è posta la Cripta murata che contiene i resti di alcuni importanti personaggi locali del 1600.

Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Campolongo: secondo alcune fonti una prima chiesa esisteva già dal XVI secolo; quella attuale, di stile classicheggiante, risale al 1858 ed è stata progettata da Segusini

-Chiesa di Santa Margherita a Sappàda: una chiesa più antica risale al 1119, mentre i lavori di costruzione della chiesa attuale incominciano nel 1637 e si concludono ufficialmente, dopo diverse problematiche, nel 1779. All’interno della chiesa sono degni di menzione la pala dell’altare maggiore con la Santa Titolare, l’Immacolata e la SS. Trinità del 1802 di Johan Renzler “tyrolensis” e la pala della “Svizzera” Madonna di Einsiedeln, mentre l’Altare di Sant’Anna ha statue di fattura locale. 

Circondata da montagne coperte di conifere, la Val Visdende è un’isola verde felice e fiabesca, che offre moltissime attività a chi ha voglia di scoprirla.

La Cresta Carnica delimita la Val Visdende a Nord e ne segna il confine con l’Austria. Tra i vari valichi presenti, troneggia il Monte Peralba (2694 m), formato da calcare bianco come lascia intendere il suo nome (petra alba = pietra bianca). Il bacino di Visdende, attraversato dal Cordévole (o Piave) di Visdende, comprende oltre 15 km2 di prati e pascoli dove si ergono poche case e qualche locanda, 18 km2 di rocce e ghiaia e 37 km2 di foresta, appartenente alle Regole Comunioni Familiari del Comèlico, una testimonianza dell’importanza che la valle ha per le famiglie locali e per l’economia del posto.

Itinerario passo per passo
-Partenza: locanda “Da Plenta” a Costa d’Antola di Visdende

-Imbocca la strada asfaltata, direzione sud ovest fino al Ponte delle Strette (1285 m)

-Appena prima del ponte prendi la strada a destra fino al piccolo guado sul Torrente Val Càrnia e fino ai rustici di legno scuro di Costa Zucco, dove si trova la chiesetta di Sant’Antonio

-50 m dopo la chiesetta, all’altezza del cartello di “divieto di transito alle auto”, imbocca il sentiero sulla sinistra, che attraversa la piana fino al bosco, dove diventa strada forestale e attraversa prima un torrentello e poi il Torrente Londa

Attenzione: il Torrente si guada senza alcuna difficoltà ma si deve prestare attenzione alle piene

-Proseguendo lunga la sponda opposta, arrivi alla distesa verde di Pra Marino (con la Locanda Alpina e Azienda Agrituristica) dove si erge la chiesetta della Madonna della Neve (1288 m)

-Dalla Locanda Alpina, senza attraversare i prati, segui la strada verso nord che ti riporta all’Azienda Agrituristica e alla locanda Pra della Fratta. La strada poi si dirige a ovest e costeggia la ricostruzione di una rìsena, usata per trasportare la legna a valle

-Cammina lungo la strada che continua nel bosco, fino all’Albergo Miravalle (1359 m) e risali fino alla Forcella Zovo (1606 m) e all’omonimo rifugio privato

-Superata la forcella, prosegui verso sud e incontrerai un capitello dedicato alla Madonna.

-Al bivio svolta a sinistra (segnavia 158) per la strada asfaltata e poi prosegui per la strada sterrata sulla destra che entra nel bosco del Col di Tàmber (in discesa!)

-Superati alcuni fienili tipici del Comelico, imbocca la strada ripida asfaltata (chiamata “la terribile”) dove troverai il Capitello della Madonna, detto “La Màina”

-Segui la strada fino a giungere nel paese di Valle (1168 m), con vista mozzafiato.

-Dal campanile solitario del Paese (rimasto cioè privo della sua chiesa) scendi per la strada a sinistra tra le case. Incontrerai il piccolo capitello della Madonna delle Grazie.

-Prosegui fino a San Pietro di Cadore (1039 m), dove vi sono diverse possibilità di ristoro e pernottamento. Tempo di percorrenza: circa 6 ore della Val Visdende

Hotspot
-Chiesetta di Sant’Antonio: situata a Costa Zucco, è stata costruita nel 1852 dagli abitanti locali dediti al pascolo, allo sfruttamento del bosco e alla fienagione. Al termine della Seconda Guerra Mondiale è stata restaurata da una famiglia del Comelico come voto per il ritorno non sperato di un familiare da un campo di concentramento

-Chiesa della Madonna della Neve, nella piana di Pra Marino: edificata nel 1966 con legname e pietre del luogo, nel 1983 è stata visitata anche dal papa Giovanni Paolo II

Chiesa di San Pietro : situata nell’omonimo paese, è stata costruita attorno a una chiesa precedente del 1258. Al suo interno presenta varie tele seicentesche. Curiosità: a San Pietro di Cadore la quarta domenica di agosto i coscritti diciottenni sfilano con la statua della Madonna di Lourdes tra le vie del paese

-Chiesa di San Volfango : nella frazione di Presenàio lungo la Statale 355 per Sappada: risalente al 1420, la Chiesa è stata sistemata nell’Ottocento e successivamente nel 2000 e oggi, tra le varie cose, ospita diversi affreschi e dipinti seicenteschi, una Via Crucis del Settecento e un altare ligneo da poco restaurato.

Tra le vastissime praterie e le sconfinate distese di abeti, dominata dalle cime del Gruppo del Popèra e dal Monte Quaternà, si estende la vallata superiore del Comelico con i suoi piccoli centri abitati.

Casamazzàgno, Dosolédo, Pàdola e Candide con la sua annessa Sopàlù sono le Frazioni (o Regole) appartenenti al Comune del Comèlico Superiore, esistente solo sulla carta come entità amministrativa.
La vera perla della piana superiore del Comelico è la frazione di Valgrande: per la sua posizione è, infatti, la base di partenza per numerose escursioni e vie di roccia, oltre che un paradiso per gli amanti dello sci di fondo. Data la sua importanza anche nel passato per la presenza di bagni salutari, attualmente sta lavorando per la realizzazione di un nuovo Centro Termale che potrebbe diventare il volano del successo futuro del paesino.

Itinerario passo per passo
-Partenza: in centro a Pàdola, tra la Canonica e la Chiesa

-Percorri la strada pianeggiante che attraversa una radura, fino a un albergo e ai campi di sci. Sulla riva del Torrente Pàdola scorgerai la Chiesa della Madonna Delle Grazie

-Prosegui lungo la strada che inizia a salire e supera il Capitello di Santa Teresa

-Prima dell’ultima rampa che porta al Lago di Campo, prendi il sentiero sulla destra all’altezza del belvedere (q. 1260 m ca.) con una panchina

-Segui la condotta d’acqua, di cui ogni tanto si vedono le tubazioni. Ammirerai il Cristu D’ Tavèla

-Supera il ponticello ed entra nel bosco, procedendo sempre sul sentiero pianeggiante della condotta, che in alcuni tratti lascia scorgere le vicine cime della Spina e Quaternà, la piana di Moié e l’Antràgu

-Giunto a Valgrande, attraversa il ponte sul Torrente Rìsena. Potrai ammirare la costruzione del Soggiorno Don Bosco e il Giardino Botanico Gemme, attualmente quasi abbandonato ma ancora ricco di flora speciale (per maggiori informazioni rivolgiti ai padri salesiani presenti nel Soggiorno)

-Imbocca la stradina sterrata sulla sinistra (sentiero n.171), tra l’immenso Campotrondo e il Torrente Rísena. Alternativa: invece che percorrere il sentiero 171 puoi salire lungo la strada asfaltata che collega Valgrande alla conca di Selvapiana

-A quota 1519 m il sentiero 171 incontra il torrente: sali verso destra nel bosco e dopo poco entrerai nella verde conca di Selvapiana, che ospita il Rifugio “Itala Lunelli” (1568 m). Ore 4 circa da Pàdola

Hotspot
-Chiesa di Sant’Anna di Costalta : tra il 1862 e il 1864 fu ricostruita su una struttura preesistente. Oggi al suo interno ospita diverse opere di valore: nella navata lignea un grande dipinto della Presentazione di Maria Bambina al Tempio, diversi affreschi del pittore trevigiano Favaro, il dipinto di San Rocco risalente al 1970 (Santo a cui la popolazione è devota dai tempi delle pestilenze, combattute solo con preghiere o pellegrinaggi, tra cui quello da Costalta a Danta).

-Chiesa di San Nicolò, a San Nicolò di Comelico : risale al 1029 una prima costruzione, poi ampliata e sistemata nei secoli successivi, fino agli ultimi lavori a seguito dell’incendio dell’Ottocento. Oggi custodisce diversi affreschi di mano ignota, due altari lignei dedicata alla Madonna della Cintura e a San Valentino, ospitanti ognuno una pala affrescata. La Cappella Maggiore ospita poi diversi affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo eseguiti del 1482,

-Chiesa di Sant’Antonio Abate a Candide: esistente già nel 1089 secondo alcuni studiosi; dal 1536 venne ricostruita dopo essere stata distrutta durante la guerra tra il Tirolo e Venezia. Custodisce diversi affreschi e tele raffiguranti Santa Lucia, Santa Caterina d’Alessandria e la Madonna col Bambino attribuiti a Cesare Begni.

-Chiesa di Santa Maria Assunta a Candìde: risale all’XI-XII sec, poi ricostruita dopo i diversi incendi (1508, 1669, 1705) fino alla riedificazione definitiva conclusa nel 1799. Mantiene ancora oggi i 4 altari della chiesa antica, oltre che numerosi dipinti e statue.

Curiosità: ogni anno a Candìde si svolge la processione del SS. Rosario durante la quale i membri delle varie associazioni portano a spalla la statua della Madonna.

-Chiesa di San Leonardo Nuovo a Casamazzàgno: fu edificata dal 1859 prendendo a modello la vicina Chiesa di Candìde. Al suo interno artisti locali hanno realizzato diversi affreschi e statue.

-Chiesa di San Leonardo Vecchio, sopra il colle che domina il Comèlico: eretta nel 1548 sul luogo di un’altra chiesetta, ospita un portale d’ingresso di pregio. Purtroppo viene aperta solo per poche messe all’anno e senza un’idonea ristrutturazione rischia di crollare.

Una splendida vallata baciata dal sole e avvolta dall’abbraccio di vette dolomitiche mozzafiato che funge da ponte di collegamento tra il Comèlico e la Càrnia.

Lasciati stupire dalla bellezza della vallata di Sappada, sulla destra oro del fiume Piave, e dalle rocce dolomitiche delle Tèrze, dei Clap e del magnifico Monte Siéra. L’aguzzo Tuglia funge da background a questo meraviglioso paesaggio. Vai alla scoperta della storia di Sappada, terra colonizzata da famiglie austriache originarie di Villgraten che, a partire dal 1100, volevano sfruttare la posizione strategica di confine del luogo per poter espandere la loro influenza. È da qui che traggono origine le famose 16 borgate di Sappada, dove gli abitanti parlano tuttora il dialetto tedesco.

Itinerario passo per passo
-Segui la Statale 355 che divide la conca di Sappàda verso la grande ansa della borgata Miihlbach. Continua poi lungo la Statale.

-Supera la Caserma della Brigata Julia e immettiti sulla stradina che si stacca a sinistra e che conduce al Piave. Prosegui poi sulla strada un po’ in salita fino a prendere quella asfaltata della Val Sésis a quota 1318. 

-Dopo alcuni metri prendi sulla sinistra un sentiero (tabella del “Sentiero Naturalistico Piave”; per informazioni su questo rivolgersi agli Uffici Turistici di Sappàda) che si immette nel bosco, raggiunge il Piave, lo supera su due passerelle e prosegui poi fino a riprendere la strada della Val Sésis sotto i tornanti dei Piani del Cristo.

-Attraversa ora la strada verso destra in direzione del masso che ha l’immagine della Madonna e tabella segnaletica numerata 132.

-Riprendi il sentiero e poche decine di metri dopo si incontra lo storico capitello di Marta Luggau

-Attraversa il greto del Piave e la passerella portandoti sull’ altra sponda e segui l’antico sentiero della Val Sésis fino a giungere sui Piani del Cristo (1410 m)

-Continua sulla strada in piano fino a raggiungere la Baita del Rododendro

-Terminato l’asfalto, prosegui a sinistra verso il Piave, e attraversalo su una passerella (tabella “Sentiero Naturalistico Piave”)

-Continua per circa 60 metri sulla mulattiera fino al primo bivio.

-Volta a destra per il sentiero immerso nella foresta, passa appena sopra il fiume ed esci all’altezza del Ponte Schordan (1496 m).

-Continua sulla strada asfaltata per circa 200 metri fino all’inizio dei tornanti.

-Attraversa la traccia non segnata che trovi alla tua destra (segno su albero nel lato opposto) che risale il bosco e si immette poi sulla strada.

-Continuando sulla traccia, Sali la costa e imbocca il sentiero che conduce al Pian dei Pastori e al capitello della Madonna di Castelmonte.

-Prosegui sulla strada fino a raggiungere la grande curva (1679 m; segnavia CAI; tabella “Sentiero Naturalistico Piave”) da dove, abbandonato l’asfalto, si sale per il sentiero che va a ovest in direzione Passo del Ròccolo (1815 m).

-Una volta raggiunto il Passo, segui il sentiero 136 che scende verso la casèra Sésis (1435 m) e al guado sul Torrente Cordévole (o Piave di Visdende) e alla stradina con segnavia CAI 13 7.
Alternativa: per raggiungere la Val Visdende dal Passo del Ròccolo, prosegui a sud, poi ad over e nord ovest il sentiero 133 che porta ad una strada più comoda e al guado, fino ad immetterti nella carrareccia (sentiero 13 7). Mantenendo la destra del torrente, ti poerterà a Pié della Costa e alla Costa d’Àntola (1332 m; Locanda” da Plenta”, possibilità di rifocillarsi e pernottare). Qui termina la seconda tappa; ore 6 da Sappàda. 

Hotspot
Chiesa di San Osvaldo: costruita nel 1732 e finanziata dai cittadini della borgata.

Cappelletta della Madonna degli Alpini: situata presso il Rifugio “Pier Fortunato Calvi” e al suo interno è possibile ammirare la pala del pittore Martini

Un connubio perfetto tra natura e tradizioni, grazie ai meravigliosi paesaggi, all’aria pura e alle opere d’arte che rendono il luogo una vera e propria perla delle Dolomiti.

Il territorio è interamente attraversato dal fiume Piave e comprende i comuni di Santo Stefano e San Pietro e le relative frazioni. Il paesaggio è cosparso di paesini: da quelli a fondo valle a quelli posizionati ad alta quota. Ammira la bellezza di queste terre antiche ricche di tradizioni e vai alla scoperta delle più belle opere d’arte che valorizzano l’incredibile patrimonio culturale di questa perla delle Dolomiti.

Itinerario passo per passo
-Partenza davanti al Palazzo Poli-De Pol e alla chiesa di San Pietro.

-Prendi la stradina asfaltata che, alle spalle del palazzo, sale ripida sulla sinistra fra le case e giunge, dopo circa 200 metri, alla curva dove si immette sulla strada per Valle.

-Procedi sulla stradina che passa fra due case e poi va a sinistra diventando sentiero a fondo erboso che procede ondulato verso un fienile ristrutturato.

-Passa sotto questi e poi alto sul burrone scavato dal Rio Rin.

-Entra nella Strada provinciale detta “Panoramica del Comèlico” che giunge fino alla curva e dunque al capitello della Vergine di Fatima. A fianco di questo parte l’antico sentiero che taglia il tornante.

-Rientra nell’ asfalto e continua su a destra fra le case fino al centro del villaggio di Costalta dov’è la Chiesa di Sant’Anna (1302 m).

-Dalla chiesa scendi fino alla grande curva e riprendi la “Strada Panoramica”. 

-Passa il capitello dedicato alla Pietà e raggiungi l’ansa formata dal grande costone del Bosco dei Giavi.

-Da qui inizia la passeggiata in quota che giunge al primo paesino, Costalissòio (1247 m).

-A sinistra della Chiesa della SS. Trinità, sali la strada fra le case e dirigiti a nord verso Val de Gere.

-Prosegui verso il paese di Costa (1346 m), seguendo la strada che ripiega verso sud ovest, sulla curva del Rio Palù.

-Dalla piazzetta della chiesa di San Daniele, imbocca la discesa verso sud e rientra sulla Strada Provinciale all’altezza di un tornante.

-Vicino ad alcuni fienili si stacca una stradina sterrata che va in direzione del sottostante capitello di San Giovanni Bosco. Deviazione

Scorciatoia: prendi la Provinciale, percorri un altro tornante e, all’altezza del boschetto di abeti, prendi la scorciatoia che scavalca la protezione stradale e si inoltra nello sterrato erboso (proprietà privata, percorribile solo se l’erba è tagliata, altrimenti torna sulla strada).
-Raggiungi il borgo di San Nicolò di Comèlico (1061 m) toccando la piazza dove è collocata la Chiesa di San Nicolò

-Imbocca la stradina ripida situata tra il muro di cinta della vecchia chiesa ed un caseggiato che conduce alla Statale 52 in località Lacùna (995 m).

-Entra a Gera attraversando la statale e il ponticello sul Torrente Digon.

-Raggiungi il capitello dedicato a San Antonio da Padova, devia a destra e seguire la strada che si inoltra nella valle.

-Segui la strada e attraversa le due ali di bosco fino a raggiungere Sopalù (1033 m).
– Prosegui lungo la mulattiera a lato della piazzetta.

-Prendi la stradina sterrata all’altezza del Capitel di Tobi (Capitello dei Tobolo) e prosegui a sinistra se vuoi raggiungere subito Dosolédo e Pàdola.

[Deviazione se vuoi vuole vedere le opere di Candìde
-Prosegui a destra e giungi a Candìde.

-Raggiungi la Statale 52 all’ altezza di Casa Gera, passando sotto il Municipio di Comèlico Superiore.

-Attraversa la strada e raggiungi la Chiesa di Sant’Antonio Abate e la Chiesa di Santa Maria Assunta a Candìde (1212 m). 

Hotspot
Chiesa di Sant’Anna: la chiesa originaria risale al 1820, quella recente è frutto di una ricostruzione avvenuta tra il 1862 e il 1864. La chiesa è ricca di affreschi e opere scultoree di grande rilievo.

Chiesetta Caduti di Cima Vallona: situata a nord, in località Tamai Sega Digon e inaugurata nel 1970, è una chiesa moderna costruita per commemorare i quattro militari vittime dell’attentato terroristico del 1967.

Chiesa di San Nicolò: situata a San Nicolò di Comelico è il capolavoro della valle, con i suoi affreschi e meravigliosi altari lignei. La chiesa ha origini antiche: si pensa che la prima esistesse già nel 1029, poi ampliata e restaurata fino alla fine dell’800.

Chiesa di Sant’Antonio Abate : situata a Candide, si pensa possa risalire al 1089. È stata poi ricostruita dal 1536 al 1538 e presenta affreschi e tele, opere di grandi artisti.

Chiesa di Santa Maria Assunta : situata a Candide, risale all’XI-XII secolo, poi ricostruita e ampliata a seguito di un incendio. Ospite meravigliose opere d’arte, quali affreschi, tavole lignee e statue.

Immergiti nella natura e scopri gli scorci suggestivi che questo sentiero offre.

Goditi gli scorci panoramici sui paesi dell’alto Comelico e la bellezza della natura. Vai alla scoperta di luoghi incontaminati tra le pendici di monti mozzafiato, ammira i meravigliosi laghi e goditi una splendida passeggiata nel sottobosco e nella foresta comeliana.

Itinerario passo per passo
-Partenza dal Rifugio Lunelli.

-Scendi a sud fino a raggiungere il Torrente Risena.

-Segui il sentiero 151, attraversa le pendici del Sasso di Selvapiana e rientra poi nel bosco.

-Lascia il sentiero 123 che sale a sud direzione Bivacco Piovan una volta incontrate le ghiaie che scendono dalla Cima Bagni.

-Segui il percorso (tabella e segni) che va a sinistra (est) e attraversa il Lago Ciadìn.

-Seguendo il bosco, raggiungi Col dei Bagni (1743 m), meraviglioso punto panoramico.

-Scendi poi fino all’incrocio di tre sentieri in zona La Sapàda.

-Qui prendi il sentiero 164 che sale la costa boscosa, lasciandoti a sinistra il 151 (verso Padola) e a destra il 126 (verso Forcella d’Ambàta).

-Arrivato ad un bivio, continua a destra rasentando due pozze d’acqua e addentrandoti in un sottobosco mozzafiato.

-Da una forcelletta scendi verso la radura, dove troverai la casèra Aiarnola (1602 m), accanto all’omonimo fiume.

-Dalla casèra continua sempre sul sentiero 164, sulla stradina fra le erbe (sud est).

-Dopo circa un chilometro (quota 1554 m) sali di poco nel bosco (tabella) per visitare le acque cristalline del Lago Aiarnola (1573 m).

-Ritorna sulla strada e prosegui fino ad incontrare un bivio.
-Il nostro itinerario segue il ramo di sinistra (est) che conduce sulla Statale 532, presso il bivio per il meraviglioso Lago di Sant’ Anna.

-Scendi un po’ a sinistra e ammira la seicentesca Chiesetta di Sant’Anna (1336 m) sulla curva.

-Raggiungi l’anfratto che segna “il Bus Del Romito” (grotta dell’eremita).

-Al bivio dopo la sbarra prendi la destra (tabella) e alla diramazione ancora a destra fino ad arrivare alla valletta si restringe.

-Segui i segni rossi e sali a sinistra per il bosco.

-Giunto al bivio (tabella su albero) presegui a sinistra per la stradicciola.

-Raggiunta l’ampia Forcella Zambèi (1437 m; sbarra, fontana) puoi ammirare le radure di Danta.

-Continua sulla stradina in quota, passa i Fienili Vantàden e arriva al bivio.

-Prosegui a sinistra seguendo il tracciato dell’acquedotto.

-Sorpassa la cappella della Madonna deller Grazie fino a raggiungere la Chiesa di Santa Barbara (1437 m).

-Da qui prosegui in giù verso il centro di Danta di Cadore. Ore 8 circa da Selvapiana. 

Hotspot
Chiesa di Sant’Anna a Padola: situata fra Padola ed il Passo di Sant’Antonio e costruita nel 1699 mescola lo stile gotico al barocco.

Capitello di Sant’Antonio da Padova: situato al bivio di via Marconi a Danta risale al 1694. L’opera è legata ad una leggenda.

Madonna di Monte Piedo: statua bronzea situata sulla sommità del monte Piedo, raggiungile attraverso il sentiero della Via Crucis.