Il legno è passato, presente, futuro
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Forse non sapevi che...
Ogni anno in Val Comelico vengono tagliati circa 35.000m³ di legname, di cui l’80% è di proprietà delle Regole, antichissime istituzioni che tutelano il patrimonio boschivo e pastorale fin dal Medioevo. Questo numero viene stabilito ogni 10 anni grazie a piani economici che censiscono tutti gli alberi con diametro maggiore di 17,5cm. La specie prevalente nella valle è per un 70% l’abete rosso, a cui segue l’abete bianco, il larice e la latifoglia.
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La Regina della Val Comuna
L’esemplare di abete rosso più grande di tutto il Triveneto, di ben 50 metri di altezza!
Lo puoi trovare nella Val Comuna, a monte della Valgrande, in un bosco di abeti di cui è chiamato (a dovere) la Regina. Si tratta infatti di un abete rosso gigantesco che, dall’altezza di 50m, si stima possa avere più di 200 anni, molto di più di un comune albero della sua specie che termina il suo ciclo di vita a 150/180 anni. La Regina è protetta e salvaguardata in rappresentanza dell’essenza di tutti i boschi della valle, lasciati in eredità dalle generazioni passate e che è nostro dovere consegnare a quelle future.
Per poterla ammirare con i tuoi occhi prendi la strada che dalle Terme di Valgrande porta alle acque solforose e gira a destra all’incrocio dopo la salita.
L'Abete di Risonanza
Il particolare tipo di abete che “suona” e che è da secoli utilizzato per la costruzione di strumenti musicali a corde.
In alcuni boschi della Val Comelico cresce la Picea excelsa fissilis, che in gergo viene chiamata “Abete di risonanza”. Questo appellativo è di antica origine, perché una volta, quando non esistevano le strade forestali, i tronchi tagliati venivano fatti scorrere a valle in dei canali realizzati con tronchi (chiamati risine); quando il legno di alcuni abeti entrava in contatto con le sponde delle risine emetteva un suono dolce. In questo modo i boscaioli riuscivano a riconoscere gli abeti di risonanza, sentendo quelli che “cantavano”! Il legno di questo particolare abete veniva usato, e viene usato tutt’oggi, per realizzare la parte anteriore della cassa armonica di moltissimi strumenti a corda. Il legno che invece provocava un suono secco e sordo era comunque di pregiatissima qualità, ma destinato ad altro scopo. I liutai frequentano ancora oggi questi boschi per scegliere l’albero per i propri strumenti. Fai come loro: batti un dito su estremità del tronco e senti se dall’altro lato si crea la famosa risonanza.
Curiosità: per costruire strumenti musicali a corda di qualità si deve utilizzare legno proveniente da piante anziane, di cui si usa soltanto la parte basale, ossia senza nodi né altri difetti, ed è necessario che gli anelli siano molto ravvicinati (1-2 millimetri o massimo 2-3 millimetri per gli strumenti grandi). Il legno deve poi essere tagliato in tardo autunno, o inverno, e meglio se in luna calante; deve poi essere stagionato per diversi anni.
La Stua sul torrente Padola
La chiusa sul torrente che permetteva il fluire dei tronchi a valle per la lavorazione e il commercio. A Padola l’ultima esistente e ancora visitabile!
A valle dell’abitato di Padola, potrai visitare la famosa “Stua”, diga artificiale utilizzata in passato per la fluitazione del legname. Una volta chiusa formava un lago che, all’apertura, spingeva con forza i tronchi fino al “cidolo di Perarolo”.
La Stua di Padola è molto antica e l’ultima ancora esistente. Già nominata nel 1521, passa di mano in mano fino ad essere comprata nel 1635 da Giacomo Gera di Candide. La famiglia Gera, molto influente per il suo ruolo nel commercio del legname, la possiede tutt’oggi.
Se vuoi scoprire di più sull’antico percorso dei tronchi, sulla loro lavorazione e su tutta la filiera del legname che rendeva il Comelico famoso in Italia e all’estero, visita il Museo del cidolo e del legname a Perarolo di Cadore!
Alberi monumentali
In Val Visdende grandissimi abeti alti più di 50 metri creano navate scenografiche e giochi di luce e di ombre. Un sentiero didattico per conoscerne tutti i segreti con la tua famiglia!
Sui piani della Val Visdende, a 1333m di altitudine, si trovano boschi di abeti dalla grandezza straordinaria. Si tratta di esemplari che superano i 50 metri di altezza e i 3 metri di diametro e che possono avere fino a oltre 200 anni di età. Alzando gli occhi rimarrai colpito dalle file di alberi monumentali che, coprendo la vista del cielo, creano con i loro rami e le loro foglie delle arcate naturali che sembrano emulare la magnificenza delle volte a botte delle chiese antiche. Vieni a percorrere queste “navate” naturali con la tua famiglia: accanto allo stupore per la monumentalità degli alberi potrai vivere un’esperienza istruttiva grazie al percorso didattico a pannelli che accompagna a mano a mano che ci si addentra nel bosco.