La cultura Ladina

un orgoglio da condividere

Un orgoglio da condividere

La Val Comelico conserva una cultura unica e diversa da quelle dei territori vicini, caratterizzata da una lingua molto antica, il ladino, e da tradizioni radicate nella valle da millenni. Gli abitanti dei paesi del Comelico ti aspettano per condividere con te la bellezza e la particolarità della cultura ladina.

Il ladino

Una lingua lunga due millenni

In Comelico si parla Ladino, una lingua retoromanza di antichissima origine. Si ritiene infatti che abbia iniziato a svilupparsi nei primi secoli dopo Cristo, subito dopo l’invasione romana, dalla fusione del latino delle legioni dell’Impero e la parlata delle popolazioni locali.

Nonostante le invasioni barbariche prima, la dominazione veneziana poi e anche la conquista napoleonica abbiano tentato più o meno consciamente di sradicare la lingua ladina, essa permane tutt’oggi e si configura come una delle lingue europee più antiche.

Molto più di un dialetto, il ladino è parlato da circa 45000 persone al mondo, riunite nelle aree dei Grigioni (Svizzera), dell’Alto-Adige in Val Gardena e in Val Badia, del Comelico e del Friuli. 

In Comelico la lingua ladina è tenuta viva con orgoglio e con desiderio di insegnarla e tramandarla alle generazioni future.

In ogni comune e frazione della valle il ladino è declinato in svariati idiomi locali.

Vieni a parlare con tutti noi!

“Io parlo ladino!”

“Gramarzè” – Grazie

“Bundì dal bunórä” – Buongiorno dal mattino

“Bel (n) manğé, n bel lurà” – Un bel mangiare, un bel lavorare

“O n kolpu n s tàia n len”  – Con un colpo non si taglia un legno

Le tradizioni ladine del Comelico

Un passato molto presente

Moltissime sono le tradizioni delle genti ladine del Comelico, alcune ormai in disuso ma conservate nella memoria popolare e grazie alle iniziative di tutela e valorizzazione locale, altre ancora oggi ripetute esattamente come un tempo e oggetto di attrazione e curiosità per i turisti.

Nelle tradizioni in disuso rientrano alcuni dei cosiddetti “mistieri”, lavori artigianali molto diffusi nei secoli passati. Uno di questi era il Clònpär, un saldatore itinerante di secchi e pentole che costruiva la sua piccola fucina portatile nelle piazze dei paesi. Moltissimi clònpär emigravano e trovavano fortuna in Svizzera, Germania, Austria e Francia, ravvivando i centri cittadini anche oltralpe.

Altri mestieri tradizionali sono invece tutt’oggi in auge nel Comelico: sono principalmente i falegnami, i liutai e gli antiquari che rappresentano l’artigianato artistico tipico delle genti ladine e che attirano turisti e amatori da tutta la regione.

La principale tradizione ladina tutt’oggi in vita è quella del Carnevale, antichissimo rito popolare del Comelico che prende forma (e colore!) ogni anno nella caratteristica Mascarada, corteo danzante trainato dalle tipiche maschere di legno del Lachè e del Matazin. Queste sono realizzate con maestria dai falegnami locali ancora secondo le forme tramandate dalla tradizione. Ogni anno il Carnevale del Comelico conquista migliaia di cuori che immergendosi nelle danze e nell’allegria della Maskarada provano l’emozione di un rito arcaico e quasi primordiale combinato ad un divertimento tutto attuale.

Esperienze ladine per te:

Le Regole

Le “Regole di comunione familiare del Comelico”, istituite dai Conti da Camino più di un millennio orsono e tutt’oggi attive, sono una delle tradizioni più antiche delle popolazioni ladine della valle. Esse sono testimonianza del forte legame tra le comunità locali e il territorio, che determina un rapporto con i boschi, e tutto l’ambiente montano, di rispetto, conservazione e valorizzazione.

 

Le famiglie che fanno parte delle Regole si tramandano da generazioni le proprietà comuni dei boschi e dei pascoli e il conseguente impegno nella conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale, oltre al diritto di appartenenza alla Regola. I “Laudi Statuti”, antichi codici rurali, detengono norme approvate dall’assemblea democratica dei regolieri che amministrano i beni silvo–pastorali della valle. Quest’ultimi, che sono tutt’oggi il tratto distintivo dell’offerta turistica delle Dolomiti del Comelico, costituiscono la principale fonte di sostentamento dei regolieri.

 

Le regole erano in passato enti di diritto pubblico, la cui attività concorreva al bilancio comunale, ma dal 1971 diventano aziende di diritto privato; pur adeguando nel tempo la loro funzione, esse continuano a mantenere il loro ruolo di riferimento nella tutela, e nella valorizzazione tramite azioni mirate, dell’ambiente montano. Se ne contano 16 attualmente attive.